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Genitorialità scelta o subìta? Cosa significa essere genitori oggi.“

  • Immagine del redattore: Alessandra Trillo
    Alessandra Trillo
  • 18 lug 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 2 set 2022




“ Sa dottoressa, io mia figlia non la capisco, non mi ascolta, mi risponde male quando le dico di fare qualcosa, a casa si comporta come se noi non esistessimo”. (mamma di Elena, 14 anni).




Durante una consultazione, la madre di una adolescente di nome Elena (nome di fantasia) esplicitò il suo bisogno di aiuto per problemi comportamentali, a casa e a scuola, di sua figlia, una “tipa tosta, determinata, non ascolta e non vuole ascoltare” ribelle, potremmo dire.

C’era tanta solitudine, tristezza e malinconia nella parole di questa madre, una richiesta di aiuto, di conforto e semplicemente di ascolto nella gestione familiare, di coppia e genitoriale. Nella pratica clinica è molto comune incontrare genitori che si lamentano di non capire il comportamento del figlio, e di soffrire di un profondo senso di smarrimento, rabbia o impotenza sentendosi genitori inadeguati. Per cui il terapeuta si trova difronte alla richiesta di una urgente necessità di rimettere in funzione quei legami indispensabili per un buon funzionamento della vita familiare, di coppia e il legame di attaccamento tra genitori e figli.

Fatemi dire che i nostri figli sono il futuro della società, ed è per questo che è significativo riappropriarsi di una dimensione genitoriale intenzionale e pensata. La genitorialità, forse ancora prima della coppia, andrebbe sostenuta. Ma troppo spesso sono gli stessi genitori che si trovano in condizioni di sofferenza, ambivalenza e confusione. Per cui, come possono riuscire a capire i propri figli se si trovano in una dimensione mentale confusa? Non è infrequente che essi tentino di delegare la propria responsabilità ad agenzie educative come la scuola, professori e adulti più vicini a loro.

La verità è che i genitori di oggi sono soli.

Non sanno come affrontare l’emotività del figlio, il loro ancora confuso e aggressivo bisogno di individuazione, le loro fragilità, la crescita emozionale e corporea. Per cui durante la terapia, chiedono sempre più una maggiore capacità di stabilire un dialogo con loro, la ricerca di un terapeuta che li sostenga, li ascolti e sia empaticamente comprensivo per poter riflettere sul loro rapporto con il figlio. Ed è essenziale che questa capacità di riflessione sulla vita emotiva all’interno del genitore e del figlio sia rafforzata, acquisire una nuova prospettiva su ciò che succede in famiglia, nella relazione di coppia.


Se è vero che troviamo da una parte, genitori soli e non sostenuti, troviamo anche genitori che attualmente non riescono più a svolgere la loro funzione genitoriale. Perché?

Dopo anni di esperienza clinica, sono arrivata a pormi io stessa una domanda : “Chi non ascolta, i genitori o i figli”?


Oggi nella funzione genitoriale, ciò che manca è l’ASCOLTO.

Cari genitori ascoltate i vostri figli. Ascoltateli quando vi dicono che oggi è stata una brutta giornata a scuola, che hanno litigato con il migliore amico, fidanzato/a o che si rinchiudono nella loro camera. Ascoltate la loro rabbia, la separazione, fateli capire che voi siete lì, nel qui ed ora.

Non esistono genitori perfetti. Ma è auspicabile sperare che ci possano essere, per citare Donald Winnicott, celebre pediatra e psicoanalista britannico, genitori “sufficientemente” buoni, capaci di sintonizzarsi con gli aspetti autentici dei figli.


Ho imparato cari genitori, che è conveniente ascoltarli.



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